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Gop nomina 7 nuovi soci non-equity

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Gianni Origoni Grippo Cappelli ha annunciato la nomina di sette nuovi soci non-equity. Si tratta di Gerardo Carbonelli, Luca Giannini, Stefania Lo Curto e Gabriele Ramponi del dipartimento corporate/M&a; Emanuele Panattoni del dipartimento diritto del lavoro; Salvatore Spagnuolo del dipartimento concorrenza e regolamentazione e Raffaele Tronci del dipartimento energia e infrastrutture.

Roedl, Marchi responsabile cyber security

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Andrea Marchi (in foto) è il nuovo responsabile cyber security di Rödl. Enterprise solution architect e security professional, ha maturato esperienza in multinazionali caratterizzate da ambienti It complessi. Marchi entra nel team di data protection guidato da Nadia Martini che, contattata da TopLegal, ha spiegato la strategia dietro il nuovo ingresso. Marchi ha più la funzione di consulente interno o esterno? Andrea ha un doppio ruolo per noi: da un lato assolve compiti interni, a tutela dello studio e dei suoi dati; dall’altro, è direttamente coinvolto con i clienti, nell’aiutarci a sviluppare progetti integrati per i nostri clienti in materia di data protection, It e cyber security. Nello specifico, quali sono i suoi compiti in-house? Per noi, Andrea ha il compito di occuparsi dell'assessment tecnico e dell'allineamento dei sistemi informativi interni; così come dei processi, che disegna, osserva e supervisiona un punto di vista tecnico di cyber security in ottemperanza al Gdpr e alla normativa Nis/Soc. Perché è ormai impensabile gestire queste materie in modo sinergico fin dal primo disegno di un progetto. Quali invece i compiti a vantaggio dei clienti dello studio? Andrea riesce a garantire anche ai clienti lo stesso tipo di monitoraggio e fine tuning dei sistemi che porta avanti internamente: un oculato e attento assessment a cui segue una puntuale gap analysis e remediation dei sistemi informativi e delle soluzioni tecniche presenti a seconda che sorgano, nelle sue analisi, esigenze concrete di ampliare la sicurezza. Molte aziende stanno pescando tra gli avvocati come Dpo, Roedl invece ha preso un profilo tecnico e aziendale Andrea non ha fatto il suo ingresso per fare il Dpo, servizio che rimane affidato esclusivamente ai legali qualificati del mio ricco team. Andrea supporta il team al lavoro sul Dpo o più direttamente i clienti nella consulenza It e cyber, a seconda delle richieste. Peraltro il mio team include già altri profili aziendali o provenienti dalle aziende, in quanto sono a mio avviso i profili più pratici ma egualmente profondi che possono meglio comprendere e risolvere le problematiche aziendali. Come mai questa scelta e non quella di creare sinegie con realtà specializzate? Il mio team include entrambi i profili tecnici, di processo e legali e non ha quindi necessità di creare ulteriore sinergia con realtà specializzate. Tendiamo sempre a portare in casa le competenze che ci piacciono ma che soprattutto ci servono, anche innovando fortemente il modo di operare di un team. Sono, e siamo, per il pensiero laterale, per abbracciare sempre ogni progetto con una visione olistica. I legali del mio team, infatti, svolgono l'attività di Dpo e di consulenza legale; i membri tecnici, come Marchi, forniscono consulenze tecniche, cyber e di processo. Siamo la realtà specializzata che include ambedue le sinergie. E questo approccio sta davvero ricevendo riscontri molto positivi dal mercato e dai clienti. L'internalizzazione del ruolo quali vantaggi porta? Se si parla del ruolo di cyber expert, l'internalizzazione ci permette di creare la migliore sinergia di cui sopra, cioè di fornire al cliente la realtà specializzata autosufficiente e indipendente che includa sia competenze tecniche, di processo e legali. Il Dpo invece è un servizio che forniscono solo i legali qualificati del mio team, quali consulenti esterni, perché in tal modo garantiamo maggiore indipendenza ed autonomia come richiesto dal Gdpr.

Villa & Villa e Roveda si fondono in Villa Roveda

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Villa & Villa, studio multidisciplinare milanese e Roveda, studio di commercialisti del lodigiano con un dipartimento legale su Milano, hanno annunciato la fusione, per dare vita a Villa Roveda. La nuova associazione professionale, con uffici a Milano e a Lodi, opera con un’organizzazione composta da venti professionisti: commercialisti, avvocati e consulenti del lavoro - di cui sei soci - e il supporto di circa trenta collaboratori. Il ruolo di managing partner è affidato a Emiliano Villa (in foto. a sinistra), mentre Angela Roveda (in foto, a destra) sarà alla guida del dipartimento legale. Partner dello studio saranno anche Danilo Villa, Mario Colombo, Giacomo Volpi e Marco Simone.

Avvocati in campo per lo Stato di diritto

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Lo scorso venerdì 18 gennaio è stata presentata ItaliaStatodiDiritto, un’associazione costituita a Milano da liberi professionisti di diversa formazione e orientamento politico per difendere i principi sui quali si fonda lo Stato democratico e liberale. A ItaliaStatodiDiritto hanno già aderito numerosi avvocati, notai, dottori commercialisti e docenti universitari. Tra questi, Aldo Travi (Università Cattolica), Eugenio Bruti Liberati (Università del Piemonte Orientale), Dino Rinoldi (Università Cattolica), Alessandra Stabilini (partner Nctm), Simona Viola (partner Gpa), Maria Alessandra Bazzani (Amministrativisti) e i commercialisti Paolo Villa e Angelo Pappadà. Tra le prime iniziative dell’associazione, è stata la predisposizione di una petizione diretta ad Agcom per applicare il principio del contraddittorio nell’informazione politica audiovisiva. La petizione sarà accompagnata da un formale esposto all’Agcom per denunciare l’assenza di un parametro di verifica dell’applicazione del principio del contraddittorio e la proposta di una sua introduzione unitamente a strumenti di monitoraggio del rispetto. TopLegal ne ha parlato con Simona Viola (in foto), presidente della neonata associazione. Avvocato Viola, non è il primo impegno di natura politica che si assume. Cosa l’ha spinta a intraprendere questa strada? Ho cominciato a interessarmi alla società, alla condizione delle persone, ai diritti e alle libertà civili, molto presto al liceo, così come accadeva negli anni ’70. Eravamo intrisi di politica. Nel mio caso (ma fu un caso, appunto) fu la proposta nonviolenta di Marco Pannella – così radicalmente alternativa alla violenza politica di quegli anni – a farmi intravedere la possibilità di una società più giusta, più aperta, più moderna. Come si fa a spiegare cosa ti spinge a 16 anni a occuparti dei diritti dei carcerati, degli omosessuali, delle donne, a combattere le leggi speciali, a raccogliere le firme per i referendum, a lottare contro la fame nel mondo? A quell’età semplicemente sentivo di dover fare la mia parte per migliorare il mondo, e non sapevo che la stagione politica - generosa e disinteressata - che stavo vivendo si sarebbe rivelata irripetibile e incredibilmente lungimirante. A distanza di 40 anni ci siamo trovati tra amici, avvocati, notai, giuristi a dirci che di fronte alla drammatica crisi in cui si trova il nostro Paese, non possiamo girarci dall’altra parte, ma dobbiamo, con senso di responsabilità, fare la nostra parte e reagire; così è nato il progetto di ItaliaStatodiDiritto. Dopo Tangentopoli fu la volta dei magistrati in Parlamento, adesso sembra essere quella degli avvocati. In realtà, già nel 1921 Piero Calamandrei scrisse “Troppi avvocati” per protestare per quei legali che «riempiono le aule del Parlamento trasformandolo in Camera d’avvocati». Perché una delle più illustri professioni liberali è così legata alla politica? E cosa risponde a chi ne fa oggetto di aspra critica? Piero Calamandrei ha anche scritto che “la libertà è come l’aria, ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare e occorre sulla libertà vigilare, vigilare ogni giorno dando il proprio contributo alla vita politica”. Gli avvocati hanno una formazione tecnica che li conduce “naturalmente” ad aspirare a divenire Legislatore, e per questa ambizione diffusa sono spesso oggetto di critiche e battute. Ma gli avvocati hanno anche sensibilità speciali sui temi della democrazia, delle libertà e dei diritti e avvertono una conseguente speciale responsabilità nei confronti della società e del loro Paese. E’ questo senso di responsabilità che ci spinge ad assumere oggi iniziative che ci paiono necessarie per diffondere e difendere la cultura della legalità. Non solo avvocato, ma anche donna. La presenza di donne in parlamento è in crescita ma ancora lontana dalla parità. Cosa manca ancora? Crede che le donne in politica possano dare un contributo peculiare o si tratta solo di una questione di parità di genere? Alle donne manca ancora la consapevolezza delle proprie possibilità e capacità. Il modello di esercizio del potere resta ancora fortemente maschile. Finché Presidenti del Consiglio, della Repubblica, della Corte Costituzionale, del Csm saranno solo uomini, sarà difficile che le donne sentano di poter aspirare a quelle cariche e quindi non esprimeranno sufficiente ambizione. Il tema della presenza di donne in politica non è mai comunque “solo” una questione di parità di genere, perché alla disparità corrisponde un’insufficiente o falsata rappresentatività, e quindi comunque un vulnus al sistema democratico che sulla rappresentanza si fonda. Le donne in politica possono dare contributi straordinari o esempi terribili, né più né meno degli uomini. L’aspetto che davvero unisce le donne e le differenzia dall’altro genere, anche in politica (così come in molte altre sfere, dal lavoro alla famiglia), è la coscienza e l’esperienza comune della discriminazione, un sentimento che può evolversi in una particolare sensibilità ai diritti dei più deboli, degli emarginati e degli ultimi.

Ey nella riapertura del green bond di Terna

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Lo studio legale tributario di Ey ha assistito la società Terna nella riapertura, per un importo di 250 milioni di euro e sotto forma di private placement, del green bond da 750 mln di euro lanciato il 23 luglio 2018. Il team di Ey è stato guidato dai partner Massimiliano Bianchi (in foto) e Franco Grilli Cicilioni. I profili fiscali dell’operazione sono stati seguiti dal partner Francesco Bonichi. I titoli sono emessi nell’ambito del programma Euro Medium Term Notes da 8 miliardi di euro di Terna e saranno quotati presso la Borsa del Lussemburgo.

LabLaw con Ofar nella ideazione del nuovo integrativo aziendale

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LabLaw, con il founding partner Francesco Rotondi (in foto) e la partner Michela Bani, in collaborazione con Arlati Ghislandi, hanno assistito Ofar, azienda specializzata nella produzione di forgianti e parte del gruppo Giva (Gruppo Industriale Vienna Antonia), operante nella fucinatura e lavorazione dell’acciaio. Nel corso di lunghe e articolate trattative, è stato possibile stipulare un accordo integrativo aziendale che supera la ventennale contrattazione collettiva aziendale precedentemente in essere introducendo una nuova e flessibile regolamentazione che, pur tenendo in debita considerazione le peculiarità territoriali, ambisce a consentire alla società di porsi nelle condizioni ottimali per consolidare ed ampliare la propria presenza sul mercato di riferimento.

Dentons vince con Alitalia contro il Fisco

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La Commissione Tributaria Regionale del Lazio ha annullato l’avviso di accertamento, relativo all’anno 2008 ed emesso nel 2015 dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di Alitalia Linee Aeree in amministrazione straordinaria, affiancata da Dentons. Si contestava alla società, la indeducibilità di parte dei costi di acquisto dei pasti somministrati durante i voli, in quanto ritenuti anti-economici. L’anti-economicità veniva fatta discendere dalla circostanza che negli anni successivi un diverso fornitore avesse fornito pasti applicando prezzi inferiori. Dentons, con un team composto dal partner Giulio Andreani (in foto) e dall’associate Valeria Andreani, dopo aver assistito con esito favorevole la società dinanzi alla Commissione Tributaria provinciale di Roma, ha ottenuto anche questa vittoria in secondo grado. Accogliendo la tesi difensiva della società, i giudici tributari hanno affermato la illegittimità di tale contestazione, in quanto anche per dimostrare la anti-economicità il Fisco deve fornire una prova rigorosa, la quale può essere sì fondata su presunzioni, a condizione però che queste siano gravi, precise e concordanti. Tali caratteristiche non ricorrevano nel caso di specie, come la difesa della società ha dimostrato.

Norton Rose e Orrick nella compravendita del fotovoltaico Glennmont

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Norton Rose Fulbright ha assistito Tages Capital, società di gestione dei fondi comuni di investimento alternativi immobiliari riservati istituiti in forma chiusa Tages Helios e Tages Helios II, nell’acquisizione da Glennmont Clean Energy Coöperatief dell’intero capitale sociale della società olandese Cef Energia Italia. Orrick Herrington & Sutcliffe ha assistito Glennmont Partners lungo la procedura di gara competitiva conclusasi nella cessione di Cef a Tages. Il team di Norton Rose Fulbright è stato guidato dall’of counsel Luigi Costa e composto, per gli aspetti di diritto italiano, dalla senior associate Ginevra Biadico, dei dipartimenti di banking & finance ed energy dello studio guidati dal partner Arturo Sferruzza e, per gli aspetti di diritto olandese, dal partner Heimon Smits, dal senior associate Joep Duinker e dagli associate Jasper Geerdes e David de Roos della sede di Amsterdam dello studio. Orrick ha agito con un team guidato dal partner Carlo Montella, global deputy business unit leader del dipartimento E&I e dall’of counsel Andrea Gentili che hanno coordinato e gestito tutti gli aspetti di diritto italiano dell’operazione, e costituito da Pina Lombardi, of counsel, e Celeste Mellone, special counsel, per gli aspetti regolamentari e l’analisi dei progetti, nonché da Simonetta Formentini, managing associate, per gli aspetti contrattuali e societari. Il team di Glennmont Partners guidato da Claudio Vescovo, investment director, e Roberto Casuccio, manager, è stato affiancato da Rothschild e L&b Partners in qualità di financial advisor, da PwC Tls per gli aspetti fiscali relativi alle quattro società di diritto italiano, e dal consulente tecnico Eos Consulting. Rothschild e L&b Partners hanno agito con un team formato da Alessandro Bertolini Clerici, Luca Boschetti, Gianguido Arcangeli e Gianmarco Carella, mentre PwC Tls con un team coordinato dai partner Nicola Broggi ed Emanuele Franchi e composto dal director Antonio Cutini e dalla manager Letizia Carrara. Tages è stata inoltre assistita dal suo head of legal affairs Marcello Ciampi; da Deloitte con un team formato dai partner Luca Zesi e Nicola Catucci in relazione alla due diligence fiscale e contabile sulle quattro società veicolo di diritto italiano; da PwC Tls con un team formato dai partner Angela Margherita Bellomo e Pasquale Salvatore, dai director Maurizio Pavia e Eduard Schurink, e dalla manager Chiara De Santis per la due diligence fiscale e contabile su Cef, e dal consulente tecnico Moroni. Attraverso quattro società di diritto italiano, Cef è proprietaria di un portafoglio di tre impianti fotovoltaici della potenza complessiva di circa 85,4 Mwp, situati in Veneto e Lazio. A seguito di questa operazione Tages ha consolidato la sua posizione di secondo operatore nel mercato fotovoltaico italiano in termini di capacità installata distribuita su un portafoglio di 109 impianti per circa 309 Mwp, mentre per Glennmont Partners la stessa ha rappresentato un ulteriore passo verso il completo disinvestimento del fondo, che era stato inizialmente investito in 14 progetti tra parchi eolici, fotovoltaici e impianti a biomasse in cinque diversi Paesi.

Lca integra lo studio Db

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Lca integra Db, boutique specializzata nelle operazioni di private equity e M&a con focus sul mid market. Diventano soci di Lca Roberto de Bonis (in foto, al centro) e Fabio D’Esposito (in foto, a destra), che, unitamente a Sara Consoli (in foto, a sinistra) andranno a rafforzare il dipartimento di corporate, M&a e private equity. Contattato da TopLegal Lca non specifica se de Bonis e D'Esposito entrano come soci equity. Sia de Bonis che D’Esposito nel corso degli ultimi anni si sono concentrati sull’assistenza a favore, da un lato, di fondi di investimento, family office, holding di partecipazioni e gruppi di investitori organizzati in club deal, e, dall’altra, di clientela industriale sia per la realizzazione di operazioni straordinarie - con specifico focus sulle acquisizioni di aziende da procedure concorsuali - sia in materia di corporate governance e contratti commerciali. Per Lca si tratta delle secondo investimento a stretto giro. Recente, infatti, l'ingresso di un team di quattro professionisti provenienti da Dinoia.

BonelliErede, governance a nudo

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BonelliErede, durante l'assemblea dei soci dello scorso dicembre, ha ridisegnato la propria struttura di governance. Fino al prossimo maggio 2021, non ci saranno più due co-managing partner - ruolo attribuito dal 2013 a Stefano Simontacchi (in foto) e Marcello Giustiniani - ma si ritorna alla figura del presidente, ruolo che Umberto Nicodano prima e Alberto Saravalle poi hanno ricoperto complessivamente per 12 anni. Ad assumere il ruolo di presidente è Stefano Simontacchi, che continuerà a mantenere immutate le funzioni che svolgeva come co-managing partner, occupandosi, tra l’altro, della strategia di sviluppo domestico e internazionale e della comunicazione istituzionale. Le funzioni gestorie precedentemente svolte da Marcello Giustiniani vengono, invece, sdoppiate in due aree distinte e attribuite a due consiglieri delegati. Da un lato, sempre Marcello Giustiniani, al quale sono affidate l’innovazione, l’integrazione dell’intelligenza artificiale nelle dinamiche e procedure di BonelliErede, nonché il progetto beLab. Dall’altro, Andrea Carta Mantiglia, il quale si occuperà, in particolare, della gestione dei soci e dei professionisti. Il cambio di governance – come ha spiegato in un'intervista esclusiva a TopLegal il neopresidente Stefano Simontacchi – non ha comportato alcuna modifica allo statuto, che prevede esclusivamente la presenza di un presidente o di due managing partner. Ragione per la quale l’insegna non ha preso in considerazione l’idea di una governance tripartita, che prevedesse la figura del presidente affiancata da quella di due managing partner. La scelta dello studio certo nasconde qualche insidia. Il mercato, infatti, potrebbe percepirla come un ritorno al passato, rischiando di compromettere il processo di istituzionalizzazione che in passato aveva mosso lo studio nella direzione di una governance duale. Simontacchi, però, si mostra sereno a riguardo. Sottolineando che «è un rischio solo apparente». Presidente, perché lo studio ha varato una nuova governance? Il secondo mandato mio e di Marcello Giustiniani sarebbe scaduto nel mese di maggio e l’Assemblea degli Associati era chiamata, nelle sue prossime convocazioni, ad esprimersi su due punti di fondamentale rilevanza: l’approvazione del nuovo piano strategico triennale e poi il rinnovo della governance. Abbiamo preferito anticipare le elezioni a dicembre per garantire continuità di gestione nell’implementazione di un piano che sarà di certo ricco di nuove sfide e che finalizzeremo nei prossimi mesi con il contributo del nuovo Consiglio.È stato necessario modificare lo statuto? No, la presidenza è una soluzione già prevista dal nostro statuto che non abbiamo dovuto modificare in questa occasione. Prima della gestione duale mia e di Marcello Giustiniani, Umberto Nicodano prima e Alberto Saravalle poi hanno ricoperto questo ruolo per 12 anni. Nella nota stampa diffusa dallo studio si leggeva che alla base della scelta c’era la volontà di una maggiore partecipazione dei soci alle funzioni di governo per l’aumentato carico di lavoro. In che modo aiuta la nomina di un presidente? Non si poteva istituire un comitato più ampio di gestione o affiancare al presidente due managing partner piuttosto che due soci con funzioni gestorie? Il nostro statuto prevede esclusivamente la presenza di un presidente o di due managing partner, pertanto non sarebbe stato possibile affiancare due managing partner al presidente. La nostra nuova governance ci consente di riequilibrare i carichi di lavoro attraverso l’assegnazione di deleghe più distribuite. Cresciamo in termini di numero di persone, sedi, progetti e complessità, dunque è necessario ampliare il coinvolgimento dei partner nella gestione, con l’introduzione di due consiglieri delegati in aggiunta al presidente. In particolare, Marcello Giustiniani si occupa di innovazione, dell’introduzione dell’intelligenza artificiale in BonelliErede, nonché del nostro progetto beLab che continua a pieno ritmo. Andrea Carta Mantiglia si occupa invece della gestione dei soci e dei collaboratori. In questo modo, non temete che la figura del presidente possa compromettere l’idea di governo condiviso e di istituzionalizzazione che in passato vi aveva mossi alla nomina di due managing partner?È un rischio solo apparente. In realtà non è così. Andremo avanti nel segno della continuità, e le deleghe che stiamo assegnando seguono questo obiettivo. Tutti i programmi intrapresi nel corso degli ultimi sei anni – primo fra tutti proprio il processo di istituzionalizzazione – verranno ulteriormente sviluppati nei prossimi anni, con l’aggiunta di nuove idee e progettualità, che vareremo con il lancio del nuovo piano strategico triennale. Un risultato per noi molto importante è l’ammontare del business generato non dai singoli ma da gruppi di professionisti, quali i Focus Team, che è passato dal 9% nel 2014 al 36% nel 2018. È su questo che continueremo a puntare. Rispetto a quando la governance dell’insegna utilizzava la figura del presidente, fino al 2013, cosa è cambiato? Si tratta di un ritorno sostanziale o solo terminologico al passato? Non limiterei il ragionamento alla sola governance. L’orizzonte del cambiamento a cui guardare è quello generale della nostra organizzazione e della sua crescita. In questa prospettiva, la governance è stata progressivamente adattata alle nostre esigenze di cambiamento. Bisogna guardarla in maniera dinamica e continuerà ad adattarsi alla nostra evoluzione. Di conseguenza, non si tratta né di un ritorno al passato né di una pura scelta semantica. Più semplicemente, nutriamo una naturale propensione verso l’innovazione che ci ha portato nel tempo a far evolvere anche, ma non solo, la nostra struttura di governo. Nel libro “Leading professionals. Power, politics and prima donnas”, Laura Empson, docente di gestione delle società di servizi professionali alla Cass business school di Londra, ha sottolineato come esista «una complessa fotografia della leadership, sostenuta da dinamiche di potere nascoste, spaccata dalla politica e sfidata da professionisti esigenti». Il risultato? L’emergere del concetto di “leadership plurale”. Quali sono le vostre considerazioni a riguardo? Cosa hanno insegnato questi anni di governo duale, quali i limiti e quali, invece, i punti di forza di una gestione plurale? La governance duale ha supportato la più recente fase evolutiva di BonelliErede rappresentando a nostro avviso la miglior forma di governo possibile per vincere quelle sfide che avevamo di fronte sei anni fa. Ha favorito una migliore e meno accentrata gestione delle principali deleghe e responsabilità favorendo il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Con l’ulteriore evoluzione definita a dicembre, BonelliErede compie un ulteriore passo avanti, un “salto”, per così dire, che non sarebbe forse stato possibile fare senza aver prima sperimentato con successo il modello dei due managing partner. Non vedo limiti nel percorso fatto in questi anni, ma anzi rilevo un vantaggio evolutivo che ci consente di rimanere lontani dalle dinamiche di potere di cui parla Laura Empson.

Tremonti vince in Cassazione per Autostrade per l'Italia

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Tremonti Romagnoli Piccardi, con il partner Giuseppe Pizzonia (in foto), e la senior associate Laura Trimarchi, ha difeso in Cassazione Autostrade per l’Italia, in una controversia promossa da un comune abruzzese per l’imposizione della Tarsu sulle aree autostradali. La Corte di Cassazione, con Ordinanza n. 1341/2019, ha accolto la tesi difensiva, evidenziando che nelle aree autostradali «l’attività di raccolta e trasporto dei rifiuti fino alla discarica è esclusa dalla competenza comunale», in quanto riservata – in base al Codice della Strada – al concessionario autostradale.

Generali Italia, la direzione è connessa

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Mondo legale assicurativo e mondo legale non assicurativo coordinati sotto uno stesso ombrello per prepararsi alla rivoluzione delle polizze connesse. Con le coordinate della navigazione ben fisse sul timone: saper usare le normative per la costruzione di nuovo business attraverso il servizio al cliente (inclusa la semplificazione del linguaggio dei contratti) e l’innovazione tecnologica. Sfide che portano sul tavolo sia dossier innovativi sia tradizionali, da approcciare però con modalità non tradizionali. Così Cristina Rustignoli (in foto) sta guidando la trasformazione di Generali Italia, controllata italiana del gruppo Generali Assicurazioni, nata nel 2013 ricomprendendo tutte le attività assicurative italiane del Leone e le principali partecipazioni italiane. La direzione — che ha preso la sua attuale configurazione a inizio 2017 — conta oggi una struttura di 27 persone ed è impegnata a gestire una fase di trasformazione in accordo ai piani strategici di tutto il gruppo Assicurazioni Generali. A fine novembre il Leone ha infatti varato il nuovo piano industriale di gruppo, con l’obiettivo di diventare life-time partner per i clienti e con una strategia basata su tre pilastri: crescita profittevole, capital management e ottimizzazione finanziaria, innovazione e trasformazione digitale. Come la direzione legale di Generali Italia accompagna la trasformazione del gruppo indicata dal nuovo piano industriale? Il nuovo piano industriale di gruppo è per l’Italia un’evoluzione in continuità del lavoro già intrapreso, in particolare su un duplice fronte: il servizio al cliente e lo sviluppo di nuove tecnologie e servizi connessi. In questa fase lo sforzo richiesto alla direzione legale è diverso da quello della normale attività routinaria di supporto all’azienda: non si tratta più solo di gestione delle tematiche legali connesse alle polizze, ma anche di saper utilizzare le normative nell’ottica di contribuire allo sviluppo del nuovo business. Quali i dossier che avete sulla scrivania e come li state gestendo? I driver del servizio al cliente e della tecnologia ci portano sul tavolo sia dossier innovativi sia tradizionali da approcciare con modalità non tradizionali. Pensiamo, per esempio, alla rivisitazione di tutti i contratti in ottica di parlare al cliente con un linguaggio semplice e chiaro. Sfida che sembra banale ma non lo è, in quanto il testo deve da un lato essere chiaro e semplice e dall’altro deve mantenere tutte le caratteristiche di un contratto e quindi essere solido in un eventuale giudizio. Abbiamo lavorato sia sul format, che sulle clausole che sul numero di firme. È un progetto in fieri che stiamo estendendo a tutte le altre società italiane della country. Come state gestendo il cambiamento? Per gestire il passaggio, abbiamo approfittato di un momento di grande discontinuità, introdotto dal cambio di molte normative (Gdpr, Idd, antiriciclaggio,…), che ha obbligato a rivedere processi e contratti. In tale contesto è fondamentale riuscire a vincere la paura nelle diverse funzioni aziendali dell’impatto delle nuove normative e del conseguente cambiamento. Da un punto di vista organizzativo, nell’ambito della mia area ho istituito un’unica direzione che si occupa sia del mondo legale assicurativo sia del mondo legale non assicurativo, in modo da avere il coordinamento di un unico manager. Un cambio di approccio legato alla compagnia che saremo: la nostra trasformazione fa sì infatti che parleremo sempre più di polizze connesse. A questo si aggiunge anche la grande sfida della gestione dei dati dei clienti. Un tema sui cui gli stessi studi legali hanno spazio per farsi notare. Avete inserito qualche studio nel vostro panel legato a questi nuovi temi? Sì, abbiamo proprio recentemente inserito degli studi o dei professionisti con competenze specifiche. Il tema dei dati e delle nuove tecnologie sta facendo diventare oggi molto attrattiva una specializzazione che prima era considerata di nicchia, la protezione dei diritti e della proprietà intellettuale. Per esempio, per noi è una tematica in crescita perché legata a tutte le nuove idee e al mondo IoT (internet delle cose), dove abbiamo idee, da proteggere, che facciamo sviluppare a terzi. Disciplinare chi ha il diritto di sfruttare il risultato dell’attività diventa quindi fondamentale nei contratti. La versione integrale dell'intervista a Cristina Rustignoli è stata pubblicata nel numero di dicembre-gennaio di TopLegal Review, disponibile su E-edicola.

Bizioli lascia Ludovici Piccone per PwC Tls

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Gianluigi Bizioli (in foto) lascia Ludovici Piccone per fare il suo ingresso in PwC Tls in qualità di of counsel. Bizioli, che manterrà gli impegni in ambito universitario sia in Italia sia all'estero, è professore ordinario di diritto tributario e International and Eu tax law presso l'Università degli studi di Bergamo. I più recenti interventi riguardano la tassazione dei dividenti in uscita e le proposte europee in tema di tassazione della digital economy. Bizioli entra in PwC Tls per mettere a disposizione la sua competenza in fiscalità cross border.

Cancrini per il Ponte di Genova

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Cancrini, con un team guidato da Francesco Toscano, Francesco Vagnucci e Fabrizio D'Ippolito, ha assistito la società PerGenova (Salini-Impregilo e Fincantieri Infrastructure) nella chiusura del contratto unico di appalto per la demolizione e la ricostruzione del Ponte sul Polcevera a Genova. Il team di Cancrini ha seguito l’intera negoziazione per l’affidamento dei lavori, interfacciandosi con la struttura commissariale istituita a seguito del crollo del Ponte Morandi e consentendo la sottoscrizione del contratto unico, avvenuta a Palazzo Tursi nel corso della conferenza stampa del 18 gennaio scorso.

Simmons e Led Taxand con Europa Risorse Sgr per due investimenti a Segrate

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Simmons & Simmons e Led Taxand hanno assistito Europa Risorse Sgr in due acquisizioni immobiliari a Segrate: si tratta del Segreen Business Park e di un complesso immobiliare sito in Via Rivoltana 13. In entrambe le operazioni il team di Simmons & Simmons è stato guidato dal partner Dario Spinella (in foto), coadiuvato dal senior associate Enrico Vegnente e dall’associate Guido Bianco. Nell’operazione Segreen Business Park hanno preso parte anche la supervising associate Giorgia De Zorzi e, per gli aspetti banking, il partner Davide D'Affronto e il senior associate Fabrizio Nebuloni. Mentre, per gli aspetti fiscali, Led Taxand ha agito in entrambe le operazioni con un team guidato da Guido Petraroli e Paolo Ruggiero e composto da Francesco Cardone ed Erminia Procopio. Il Segreen Business Park è stato ceduto da Bnp Paribas Reim Sgr, assistita da BonelliErede con un team composto dal partner Alessandro Balp e dall’associate Teresa Ammirabile, mentre il partner Andrea Manzitti e il managing associate Christoff Cordiali hanno seguito i profili fiscali. L’acquisizione è stata in parte finanziata attraverso un finanziamento multilinea per un ammontare di euro 74,4 milioni, concesso da Deutsche Pfandbriefbank, assistita da Hogan Lovells, con il socio Carlo Massini, assistito da Eugenio Sabino e Giulia Lauria. Il complesso immobiliare sito a Segrate in Via Rivoltana 13, è stato invece ceduto da Generali Real Estate Sgr, assistita da Santa Maria, con un team composto dal partner Federico Barbàra e dall’associate Tiziana Conte.

Tre nuovi soci per l'area banche e finanza di La Scala

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La Scala ha ammesso alla partnership Marco Contini (in foto, a sinistra) e Laura Pelucchi (in foto, al centro), della sede di Milano, e Federico Valeri (in foto, a destra) della sede di Roma. Tutti e tre operanti nell'area banche e finanza. Contini, 36 anni, è entrato a far parte di La Scala nel 2009 dove si è occupato in particolare di recupero crediti e diritto civile. Coordina il team utilities dal 2015. Fornisce assistenza a primari operatori delle utilities e delle telecomunicazioni nella risoluzione delle loro criticità tipiche e nel recupero dei crediti correlati. Laura Pelucchi, 37 anni, ha fatto il suo ingresso in La Scala nel 2012. Si occupa di contenzioso bancario con specializzazione nelle attività di gestione e recupero dei crediti assistendo primari istituti di credito. Federico Valeri, 42 anni, è entrato a far parte di La Scala nel 2010. Specializzato in diritto bancario e finanziario con focus nella gestione dei non performing loans, ha maturato esperienze nel coordinamento in outsourcing delle attività di recupero crediti di natura bancaria, in special modo nel settore dei “large ticket”.

Simmons nel deal da 910 mln tra Bridgestone e Tom Tom Telematics

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Il team italiano di Simmons & Simmons, guidato dal partner Edoardo Tedeschi (in foto), responsabile della practice Tmt e Ict, coadiuvato dalla supervising associate Alessandra Bianchi e dall’associate Margherita Gnech, ha affiancato Bridgestone Europe nell'accordo con Tom Tom per l'acquisizione della business unit telematics, per un corrispettivo di 910 milioni di euro. Nello specifico, lo studio ha gestito gli aspetti di global compliance e commercial agreements per quanto concerne i temi di Tmt e Ict dell’operazione nel mondo, verificando in particolare le tematiche di opensource, copyleft, derivative works e Api nonché i cross license agreements e le difficili interazioni con il tema Gdpr per il volume di dati scambiati e gestiti dalle piattaforme della target. Il team italiano ha operato in piena sinergia con i team Simmons & Simmons di M&a, antitrust e Ip in Belgio, Olanda e Germania.

Il Tax & Legal di Kpmg si rafforza con Di Falco

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Il team di Studio Associato – Consulenza Legale e Tributaria di Kpmg, coordinato da Richard Murphy, si rafforza con l’ingresso di un nuovo socio, Claudio Di Falco (in foto), con l’obiettivo di potenziare il posizionamento dello studio professionale nei servizi connessi alle operazioni di M&a, debito e capital markets. Di Falco, 48 anni, proviene da Cleary Gottlieb ed ha all’attivo un’esperienza ventennale nel supportare società, banche e fondi in complesse operazioni straordinarie, incluse acquisizioni e dismissioni, joint-venture e investimenti in private equity, offerte sul mercato dei capitali e privatizzazioni, con particolare riferimento ai settori regolamentati, quali servizi finanziari, energia, trasporto e telecomunicazioni. Tra i progetti che lo hanno visto coinvolto di recente c’è l’assistenza a ArcelorMittal nell’acquisizione dei complessi aziendali del gruppo Ilva.

Nella morsa della tariffa

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Ormai non ci sono dubbi. Il diritto penale a scopo preventivo è diventato parte integrante della vita aziendale. È quanto emerge con forza nell’ambito di un’approfondita indagine compiuta da TopLegal tra 35 insegne attive nel settore. «L’intervento del penalista, prima richiesto a fronte del verificarsi di specifiche patologie nell’ambito dell’attività d’impresa, oggi diventa costante. Teso a monitorare i profili organizzativi della società al fine di evitare che singoli aspetti dell’attività sfiorino l’area del penalmente rilevante, il penalista ha cambiato il modo di intendere le proprie competenze», sintetizza con efficacia Ciro Pellegrino. Un ruolo fondamentale l’ha giocato l’entrata in vigore del D.Lgs. n. 231/2001 che ha accelerato il formarsi di una cultura del diritto penale d’impresa. Da allora, ad allargare le competenze stragiudiziali del penalista sono intervenuti numerosi altri interventi legislativi, nazionali e sovranazionali, dalle norme in tema di anticorruzione alle nuovissime discipline in materia di whistleblowing e privacy. In questo contesto, risulta profondamente mutata anche l’attività del penalista, che oggi si trova a dover strutturare maggiormente la sua offerta, affiancando alla conoscenza penale una cognizione solida del diritto civile, commerciale e fallimentare. Un penalista più generalista, quindi, che non disdegni di arricchire il suo team di esperti tecnici e non solo bravi avvocati. I temi caldi La consulenza in materia penale è entrata a pieno titolo nel novero dei fondamentali strumenti di compliance a disposizione delle società. Secondo Andrea Puccio di Puccio Giovannini in quest’ottica, determinanti sono state sicuramente le leve esercitate dal legislatore nazionale che, con l’introduzione di strumenti premiali come, ad esempio, il rating di impresa e il D.lgs. 254/2016 in tema di corporate social responsibility «ha agevolato la diffusione di una cultura della compliance aziendale, non solo tra le organizzazioni complesse, ma anche nelle piccole e medie imprese». Un’ulteriore spinta è stata data dal legislatore sovranazionale, i cui interventi degli ultimi tempi sono sempre più orientati nel senso della prevenzione del reato, piuttosto che nella direzione, tipicamente penalistica, della repressione della condotta illecita. Basti pensare alle recenti novità in materia di prevenzione alla corruzione, o all’introduzione delle misure tese a incentivare le segnalazioni di condotte illecite all’interno delle aziende ( whistleblowing), la cui logica secondo Enrico Maria Mancuso, responsabile del dipartimento di diritto penale di Pedersoli, è quella di «affermare una cultura imprenditoriale che consideri la business integrity e la trasparenza non più come freni alla redditività, ma piuttosto come pilastri della sostenibilità e del successo dell’attività di impresa nel lungo periodo». Anche il partner di Dentons, Armando Simbari, ha dovuto ricredersi in merito. «Al momento dell’entrata in vigore della legge – confessa a TopLegal – avevo manifestato più di una perplessità sulla tenuta e sulla reale efficacia del whistleblowing, per ragioni squisitamente culturali. Dubitavo che un sistema di segnalazione interna degli illeciti, tipica dei paesi anglosassoni, potesse fare breccia in un Paese come il nostro in cui storicamente i “panni sporchi si lavano in casa”. A distanza di un anno, invece, mi sono già imbattuto in diverse indagini penali che hanno preso avvio da segnalazioni di questo tipo». Per quanto rivoluzionario per la nostra cultura, l’istituto del whistleblowing continua ad essere, come sottolinea qualcuno, un «oggetto giuridico difficile da maneggiare». Ne sintetizza le ragioni Paola De Pascalis, of counsel di Pavia e Ansaldo: «La normativa sta ponendo non poche difficoltà nella sua traduzione operativa e pratica: basti pensare al tema dell’organo o del soggetto destinatario delle segnalazioni, alle tipologie di soluzioni informatiche e tecniche per garantire la riservatezza delle stesse, alle interferenze con i regimi normativi già esistenti in ambito giuslavoristico e, ora ancor più, di diritto della Privacy». In effetti, l’entrata in vigore del Regolamento Europeo 2016/679 in materia di privacy ha aperto un nuovo fronte di complessità nella governance e nella compliance aziendale, rendendo indispensabile l’intervento del penalista anche in questa materia, per la parte in cui il modello privacy impatta sul modello 231, in relazione ad esempio ai reati contro la pubblica amministrazione. Privacy e cybercrimes, secondo i partecipanti all’indagine TopLegal, diventeranno temi sempre più frequenti in questo momento di rivoluzione digitale. Si tratta, infatti, di una delle aree di maggior crescita del crimine a livello mondiale anche secondo i dati riportati dall’Interpol. Il settore dei reati informatici è quello in cui Mario Zanchetti di Pulitanò Zanchetti vede, oggi, il maggior potenziale di crescita per chi opera nel diritto penale: «In un sistema ormai totalmente dipendente dal cyberspace, molte sono le questioni giuridiche che interessano la materia. Il settore del cybercrime spazia dal mondo dei bitcoin e delle criptovalute alla rivoluzione della blockchain, dal danneggiamento di informazioni, dati, programmi e sistemi informatici alla frode informatica. Tutti ambiti in cui si chiede ai giuristi un altissimo livello di preparazione tecnica per poter comprendere come applicare il nostro diritto a una realtà in continua evoluzione». Infine, tra le tematiche più innovative che assumono sempre più rilievo nell’ambito del diritto penale, certamente risalta l’intelligenza artificiale, che probabilmente inciderà profondamente nel modo in cui gli avvocati, anche penalisti, svolgeranno il proprio lavoro. La versione integrale dello Speciale Penale è pubblicato sul numero di dicembre-gennaio di Toplegal Review, disponibile su E-Edicola.

Sport (24 gennaio 2019)

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La Lega del ciclismo si affida a Roedl È stato firmato l’accordo di collaborazione tra la Lega del ciclismo professionistico, ente istituzionale che ha lo scopo di promuovere, regolamentare, organizzare e sviluppare l’attività ciclistica professionistica in Italia e il dipartimento sport di R?dl. A siglarlo, il presidente della Lega, Enzo Ghigo, e i partner Eugenio Bettella e Giovanni Fonte, per il dipartimento sport guidato da Riccardo Giacomin coadiuvato da Fabio Vegni, con specifico riferimento alle tematiche del ciclismo. L’accordo prevede la fornitura di consulenza legale e fiscale.
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