Continua la battaglia contro la contraffazione del Made in Italy. In Cina, in difesa del marchio Furla, nello specifico le borse modello Candy, è stata portata avanti un'azione che si è conclusa con il sequestro di circa 18mila borse false e 15 macchine da cucire e stampi per un milione di euro di valore.
Per gli aspetti legali dell'operazione Furla ha agito con il suo general counsel Giorgia Armanni e con un team dello studio Squire Patton Boggs guidato da Paolo Beconcini (in foto) professionista basato in Cina da anni e con una pratica e clientela italiana di alto profilo, con specializzazione in materia di intellectual property (filing, prosecution, ed infringement/contenzioso).
Annunciato ieri, inoltre, il processo di quotazione in Borsa, grazie a un accordo siglato con la società d'investimento Tamburi Investment Partners, che prevede l’emissione di un prestito obbligazionario da 15 milioni, che verrà poi convertito in azioni nel momento dell'Ipo.
↧